Immigrati anche dall’Italia Piacenza torna attraente
Comunicato del 13/01/2023
Travo registra un +8,3% di residenti, bene anche Rottofreno. Forte calo, invece, per Farini e Alta Val Tidone
Elisa Malacalzaelisa.malacalza@liberta.it
C’è un dato del tutto imprevisto, inedito e in controtendenza, nelle pieghe dell’analisi demografica curata per l’Osservatorio sull’economia e il lavoro da Ires Emilia-Romagna. Gli arrivi dalle altre province a Piacenza sono quasi pari agli arrivi di stranieri. È la prima volta.
Se si guardano infatti i numeri del saldo migratorio interno nel 2011, presentati al congresso della Cgil nei giorni scorsi, emerge come la nostra provincia abbia attratto solo 630 persone residenti da altri territori italiani, mentre il saldo migratorio dall’estero ha sempre fatto la parte del leone, con 2.005 arrivi. Più di tre volte tanto. Addirittura nel 2014 la forbice fu ancora più larga: 141 nel saldo migratorio interno, 850 dall’estero. Poi i dati si sono avvicinati quasi a coincidere quest’anno. Nel 2021: 1.078 nel saldo migratorio interno, 1.428 in quello estero.
«Il calo della popolazione registrato mediamente negli ultimi dieci anni è stato contenuto grazie al fenomeno migratorio, che ha compensato e a volte sopravvanzato il saldo naturale negativo», si legge nel report di Giuliano Guietti, presidente Ires. « Mentre resta abbastanza stabile il saldo migratorio dall'estero, cioè quello delle persone che giungono da Paesi diversi dall'Italia, viceversa tende ad aumentare negli ultimi anni il saldo migratorio interno, relativo a quanti si trasferiscono nella provincia di Piacenza provenendo da altre province italiane. Al punto che già nel 2019 e nel 2020 i due saldi migratori avevano quasi conciso».
Cause ipotizzabili: sia l’accelerata dello smart working, che consente un lavoro da casa e connesso con l’ufficio magari a Milano; la ricerca di una qualità di vita più dolce, tipica delle valli piacentine; ma anche l’abbondanza di lavoro nel polo logistico, che attira personale anche dal Sud Italia.
Di fatto al primo gennaio 2022 la popolazione lavorativa (1564 anni) ammontava a 179.300 unità. « Per mantenere questo livello di potenziale forza lavoro, data l'attuale struttura della popolazione per fasce d'età, nei prossimi dieci anni sarà necessario un saldo migratorio positivo di 18mila persone», si legge.
Il calo della popolazione - altro dato che stupisce - si concentra nel distretto di Levante (meno 5 per cento tra il 2012 e il 2022), quello confinante con la provincia di Parma, mentre gli altri due distretti, quello di Ponente e quello della città, registrano un andamento sostanzialmente stabile. La perdita media provinciale è dell’1,8 per cento.
Le variazioni percentuali dell'ultimo decennio vanno dal meno 26,5 per cento di Farini, nella parte sud del territorio provinciale, al più 8,3 per cento del comune di Travo, sulle rive del Trebbia. In valori assoluti però il calo più significativo è quello del comune di Alta Val Tidone, nato nel 2018 a seguito della fusione dei pre esistenti Caminata, Nibbiano, Pecorara. «Qui la già esigua popolazione di poco più di 3mila abitanti ha registrato nel decennio un calo di 432 residenti. Sempre in valori assoluti invece la crescita più importante è quella del comune di Rottofreno, nella cintura ovest del capoluogo, che nello stesso lasso di tempo ha visto crescere i propri abitanti di 452 unità, giungendo a un totale di 12.300».
Per quanto riguarda gli stranieri si confermano prevalenti da Romania, Albania, Marocco. Crescono arrivi da Egitto e India.
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