Protezione civile dell’Alta Valtrebbia servono 68mila euro di nuovi mezzi
Comunicato del 22/12/2022
● Nelle scorse settimane sono stati fatti corsi di formazione direttamente sul campo, zona Trebbia, presenti anche mezzi ad alta tecnologia in caso di soccorso, come i droni
Ora perché il nuovo gruppo di Protezione civile dell’Alta Valtrebbia abbia più muscoli è stato approvato dall’Unione montana il progetto di potenziamento nel quale si chiede alla Regione di finanziare tramite futuri bandi mezzi ulteriori. Quali? Un pickup attrezzato completo di vasca da settecento litri, con gancio traino e accessori, ad esempio, per intervenire anche in caso di piccoli incendi; la motopompa con tubazioni di aspirazione e scarico (che già si rivelò utilissima quando vi è presenza di fango); il carrello rimorchio omologato per il trasporto delle attrezzature fino a sette tonnellate e mezzo; trenta torce a led ricaricabili per il monitoraggio notturno.Il gruppo, coordinato da Alfio Rabeschi, parteciperà dunque tramite l’Unione ai bandi per provare a intercettare le opportune possibilità di finanziamento; si stima che servano almeno 68mila euro.
Di fatto la massima operatività, in parallelo con la tutela degli operatori su mezzi sicuri, è una necessità. Il territorio dell’Unione montana valli Trebbia e Luretta si estende - i dati nella relazione degli uffici di Bobbio - su un territorio ampio 503 chilometri quadrati, che arriva fino in Valperino, Valluretta, Valdaveto, con porzioni anche di Valchiarone e Tidone, con otto comuni tra cui Piozzano. I boschi di alta montagna coprono inoltre circa il 75 per cento qui del territorio; il corso d’acqua principale è il Trebbia che si snoda per 120 chilometri di cui 95 tra montagna e collina, con un bacino idrografico di mille e settanta chilometri quadrati e con principale affluente l’Aveto, lungo a sua volta trenta chilometri.
«Il territorio dell’Unione montana si presenta quindi molto vasto, veramente fragile dal punto di vista idrogeologico e degli incendi boschivi », spiega la relazione. «L’ultimo evento calamitoso di rilevanza (l’alluvione del 14 settembre 2015) ha messo in evidenza la necessità di organizzare un sistema di vallata utile ad affrontare le prime fasi di ogni emergenza e, nell’immediatezza, strutturare una forza di primo intervento già dalla fase di attenzione gialla, sino a monitoraggi in continuo 24 ore su 24 sui punti di fragilità nella fase di preallerta arancione e di primo intervento in fase di allerta rossa».
Il Piano di protezione civile intercomunale, aggiornato con la normativa alluvioni, era stato approvato a febbraio. L’Unione ha già investito 140mila euro per la costituzione di un nucleo di trentotto volontari, implementati di ulteriori sedici unità in autunno. Tutte le sedi comunali hanno oggi un generatore elettrogeno di emergenza. In Unione c’è anche una torre faro. _elma
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